martedì 5 febbraio 2013

Prefazione di Dina e Francesco Ficetola

 
Un fumetto sulla storia del guerriero Spartaco, sulla mia terra. Opera unica ed originale, realizzata ancora una volta da chi non vive nella nostra Irpinia, ma che si innamora della sua storia e cultura, oltre che della bellezza del paesaggio. Brillante l'idea di rappresentare un fatto storico con fumetti, sicuramente di più immediata ed interessante fruizione. Una passione che l'abruzzese James Fantauzzi ha saputo trasmettere con il vivo entusiasmo, valorizzando una vicenda del nostro passato che si era persa nei pochissimi libri che ce l'hanno tramandata.
Volendo citare Cicerone, personaggio celebre del periodo storico in cui ci collochiamo: “La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, nunzio dell'antichità ”. Lo scenario è quello della valle del Sele, al confine tra l'Irpinia e la Lucania, che vanta una storia millenaria, con i suoi territori abitati molto prima dell'epoca pre-cristiana, che offriva (ed offre ancora) tante ricchezze di pascolo e di coltivazione, lambite dal fiume omonimo che nei secoli ha marcato il suo passaggio fino alle foci di Poseidonia, l'attuale Paestum, antichissima città della Magna Grecia. Non dimentichiamo che la valle del Sele era la zona di confine tra varie popolazioni, tra cui Sanniti, Osci e Lucani, prima acerrime nemiche dei Romani e poi, sottomesse, diventate i loro punti di forza per garantire la stabilità politica del territorio. Una terra che viene citata persino da Virgilio nell'Eneide, luogo del tempio dedicato alla dea Mefite, dove lui riteneva ci fosse una delle porte per accedere all’Inferno. La posizione strategica del territorio ha permesso all'esercito romano di attaccare Spartaco e il suo esercito di ribelli, nella località che ancora oggi prende il nome di Témete, dove si incontra il fiume Zagarone di Calabritto con il Sele che nasce a pochi km a Caposele. Qui Spartaco, spronando i suoi guerrieri avrebbe urlato “Temète!” contro i Romani che li accerchiarono e trovò la morte nell'ultima battaglia, probabilmente nella vicina Lucania, rimanendo tuttavia nella storia come eroe difensore del diritto legittimo della libertà.
Un grazie di cuore a James per averci regalato questo suo omaggio artistico. Purtroppo sono poche le iniziative locali intraprese per divulgare e, soprattutto, guidare le nuove generazioni alla scoperta degli stupendi posti, che molti sono, nella valle del Sele.
Con la speranza che questo suo lavoro possa spronare la volontà e l'interesse per la realizzazione di tantissimi altri.
“Il nostro unico dovere nei confronti della storia è di riscriverla” (Oscar Wilde).
Francesco Ficetola


La Valle del Sele, terra ricca di verde, di acque, di risorse ancora tutte da sfruttare, popolata da una miriade di centri abitati che vantano tutti una storia ricca di eventi. Averne l'egemonia in un posto dalla particolare posizione strategica, era un prestigio per i signori della nostra terra, motivo per cui alcuni dei personaggi più importanti della storia hanno avuto a che fare con questa valle. Tra questi Spartaco, il Trace ribelle a capo di centomila schiavi in ribellione contro Roma, simbolo della lotta per la libertà, contro ogni tipo di soggezione, “lo schiavo che sfidò l'impero ”, il “gladiatore di Capua e delle guerre servili” .
La Valle con il suo fiume ne ha scritto la storia: Plinio, Strabone, Aristotele, Silio Italico, Prisciano, Virgilio sono solo alcuni di quegli autori dell'antichità che parlarono delle sue sorgenti meravigliose, acque che per la presenza di carbonati calorici, rivestendo gli oggetti che vi restavano lungamente in deposito, quasi “cangiava in pietra le foglie e i legni”, virgulti e foglie “lapidescunt” diceva Plinio. Orgoglio della popolazione della nostra valle che ora, come ogni cosa, è destinato a morire, per i continui prelievi dei vari acquedotti, che hanno finito con l'esaurire anche i suoi affluenti, ridotti ormai a delle semplici “perdite d'acqua”. L'alta Valle del Sele, tra l'Irpinia e la Lucania, vide fiorire nel suo grembo numerosi villaggi con templi rinomati, in piccoli agglomerati di case, poco distanti tra loro e confederati, numerosissimi i latifondi. Essa fu compresa nell'antica Lucania per molti secoli e per tutto il periodo della decadenza dell'Impero Romano. È oggi una vasta conca a forma irregolare triangolare, delimitata dal robusto massiccio del Cervialto ad ovest, dal frastagliato preappennino ad est, dalla Sella di Conza a nord e dalla gola del passo di Contursi a sud. In fondo ad essa il fiume, che scorre lento e tacito nel suo letto ciottoloso, con improvvise curve e ampie linee spezzate, sempre accompagnato da una lussureggiante vegetazione. Acqua, le sue colline, vite e ulivo tra le risorse più importanti, i paesi che si susseguono in modo quasi regolare, la caratterizzano. Oggi, però, questo scenario idilliaco spesso non lo si riconosce più: la terra è squarciata dalle ruspe, le colline spesso sono spoglie, si scorgono nuove pianure senza vegetazione, da cui sbucano cannoni industriali e ciminiere di fabbriche.
Ed è proprio qui che il nostro eroe, pare, avesse combattuto una delle più cruenti battaglie contro il generale romano Licinio Crasso nel I sec. a.C. Il lavoro degli schiavi era importante per l'economia romana del periodo, diventata capitalista e ormai, stanchi delle continue angherie quotidiane, gli schiavi non volevano miseramente giacere alla base della piramide sociale; desideravano soprattutto essere uomini come tutti gli altri e non “cose ” come lo stesso diritto romano li considerava.
Spartaco, dapprima soldato romano, secondo la storiografia ufficiale, fu fatto schiavo per diserzione; grande di statura, fu destinato ai ludi gladiatori, con buona intelligenza e discrete doti di strategia, ci ricorda Plutarco nelle Vite parallele . La battaglia finale che vide la sconfitta e la morte di Spartaco nel 71 a. C si svolse nei pressi delle sorgenti del fiume, in particolare sulla riva destra ("ad caput Sylaris fluminis "), approssimativamente tra i territori attuali dei comuni di Caposele, Calabritto, Quaglietta, Senerchia, Oliveto Citra, in quella Alta Valle del Sele che a quel tempo faceva parte della Lucania. In quest'area, nei decenni passati, ci sono stati ritrovamenti di armature, corazze e spade di epoca romana.
Gentile e carismatico, Spartaco divenne un personaggio leggendario, un emblema dell'eroe idealista capace di lottare titanicamente in nome della libertà e di sconfiggere i più forti eserciti del mondo grazie allo slancio ideale più che alle armi.
Lodevole l'iniziativa di un'opera che attiene alle gesta di un uomo che da schiavo diventa condottiero, simbolo della schiavitù in tutte le sue sfaccettature, da quella reale e concreta a quella psicologica e introspettiva, un viaggio dell'individuo, tra realtà e inconscio, che anela alla libertà, senza costrizioni, senza soprusi, teso alla piena realizzazione di sé.
Perché come dice Cicerone, « La libertà non consiste nell'avere un buon padrone, ma nel non averne
affatto ».
(Marco Tullio Cicerone, La Repubblica).
Ficetola Dina

Nessun commento: